Il viaggiatore che per la prima volta visitasse oggi il territorio del Comune di Valle di Cadore troverebbe pochissimi indizi di una attività industriale dell'occhiale, che invece nel secondo dopoguerra fu notevolmente sviluppata, anche se non ai livelli intensivi come nei comuni di Calalzo, dove essa sorse nel lontano 1878, o di Domegge. Oggi si può dire che nel Comune di Valle di Cadore il settore dell'occhialeria sia scomparso.
Il presente è un riepilogo storico, che comprende (spero) tutte le ditte del settore, sorte e cessate nel periodo che va dal 1945 ai giorni nostri, salvo il caso della ILPO, che fu l'unica ditta fondata prima della guerra, precisamente nel 1930. La descrizione seguirà un percorso stradale, partendo da Valle verso Venas. Essa non ha alcuna pretesa né di completezza né di precisione, basandosi soprattutto su ricordi personali e informazioni raccolte in loco, con minimo apporto di documentazione ufficiale.
A Valle in via Dante c'era la Ditta I.L.P.O. (Industria Lenti Per Occhiali), fondata nel 1930, ma insediatasi nello stabilimento di via Dante nel dopoguerra. L'inaugurazione del nuovo stabilimento avvenne nel 1948 sotto la presidenza del Cav. Francesco Ciliotta (Valle, 1897-1976). La ILPO era una S.p.A. di proprietà di vari soci, tra cui Amedeo Peruz, Ruggero Chiamulera, Attilio Da Giau e la famiglia del suddetto Francesco Ciliotta, il quale ne fu presidente fino al 1953. Successivamente, a cavallo tra il '56 e il '57, il Sen. Attilio Tissi (Vallada Agordina, 1900 - Tre Cime di Lavaredo, 1959), socialdemocratico, per riconoscenza verso Valle dove aveva una forte base elettorale intervenne al fine di rilanciare la società, finanziando (personalmente) l'acquisizione della maggioranza del pacchetto azionario. La ditta era specializzata nella produzione di lenti oftalmiche per occhiali, raggiungendo elevati standard qualitativi e detenendo una buona quota del mercato italiano delle lenti tradizionali. Ebbe sempre un buon numero di addetti, sulla trentina. Agli inizi degli anni '70 la proprietà passò ai fratelli Bruno e Gianni De Silvestro assieme al direttore della fabbrica Giorgio Da Giau (Valle, 1920-2004). Nel 1982 la ditta fu acquistata da Francesco Caporossi (1936-2012), attraverso la sua finanziaria FINALP, e potenziando l'assunzione di personale. Caporossi divenne nel 1986 il "patron" della Officine Galileo-IOR di Marghera, che aprì anche un nuovo grande stabilimento a Longarone (I.O.E.), poi chiuso. La Galileo-IOR, con oltre 20 società e 6 stabilimenti sparsi nel mondo era il terzo gruppo nella costruzione di lenti in Europa e in America. In detto stabilimento di Longarone si insediò successivamente la Safilo, che abbandonò gradualmente la storica sede di Molinà di Calalzo. Nel 1994 la ILPO cessò l'attività. Nel 1999 lo stabilimento venne affittato alla Ditta VILLA VENETA, poi denominata ACCADEMIE di proprietà di vari soci, tra cui Gianni Cian (1942-2012), che ne fu il fondatore, Adelchi Liera, Domenico Bristot, i quali però presto lo abbandonarono per trasferirsi a Fortogna di Longarone. Ditta specializzata nella lavorazione di occhiali in titanio con numerosi dipendenti (una cinquantina) ma che ha recentemente cessato l'attività. Attualmente il fabbricato ILPO è vuoto, con mutamento di destinazione d'uso a residenziale.[1]
In via Dante 50 fu attiva la Ditta SMALT FRAMES, smaltatura e verniciatura occhiali.
In via Rusecco c'era la Ditta di Italo Del Favero, (Valle, 1919-1989) che produceva occhiali di plastica come terzista. Qui subentrò e rimase per alcuni anni presente la Ditta MODESIGN di Adriano Davare (1942-2024), Vanni Zanetti (1947-2024), Gino De Ghetto (1933-2018) e Giovanni (Vito) De Lorenzo. Detti soci erano tutti ex dipendenti della IDOS (vedi sotto) che nel 1979 si misero in proprio. Avevano ottime cognizioni tecniche e commerciali, l'attività si sviluppò favorevolmente e presto si trasferirono in un nuovo stabilimento poco lontano, ma in Comune di Pieve, con una media di 50 addetti. La produzione era di montature per occhiali in acetato, essendo assolutamente all'avanguardia nell'impiego dei centri di lavoro a controllo numerico, poi anche montature in metallo, ed era prevalentemente diretta ai mercati esteri, dove era bene introdotta. Oggi la ditta risulta ceduta ad altri, con forte riduzione di personale.
In via Rusecco 52 ebbe sede la Ditta GALVISION Eyewear, trasferitasi a Longarone in Zona Artigianale Faè. Il sito della Ditta informa così della sua storia: GALVISION nasce nel 1987 come azienda commerciale nel settore montature. Dall'anno successivo comincia a finire le montature all'interno dei suoi reparti. Lo sviluppo costante della sua attività la ha portata ad essere una delle aziende produttrici "Private Label" più importanti del settore in Italia.
Sempre in via Rusecco si trovava l' Occhialeria O.V. di Comis Cesidio, iniziata nel 1956, che produceva occhiali da lastra in celluloide prima, ed in acetato poi. Occupava una decina di operai. Nel 1972 la ditta si spostò a Calalzo con la medesima insegna e ancora in attività, attualmente gestita dal nipote di Cesidio.
In Via G. Carducci c'era dagli anni '70 la Ditta di Angelo Serafini, (omonimo di un Angelo Serafini più famoso, con fabbrica a Domegge) che da semplice operaio si mise a costruire occhiali, in un laboratorio a carattere familiare. Era una attività atipica, perché nonostante le ridotte dimensioni riusciva a realizzare l'intera montatura, che commercializzava direttamente.
In Via XX Settembre, nei locali della ex latteria di Valle sorse negli anni '70 la Ditta O.M.E.C. a nome di Primo (Aldo) Tiberio (Pieve, 1920-2010), che poi cedette l'attività indirettamente alla Metalflex; alla fine la ditta fu quasi interamente rilevata da Giuseppe Da Cortà (Pieve, 1925-2004). Vi si fabbricavano montature per occhiali in alluminio, articolo purtroppo andato presto in crisi con conseguenze negative per la società.
Sempre in Via XX Settembre Augusto Zandanel di Cibiana, ex dipendente Metalflex, aprì nel 1983 una Ditta, denominata MODOPTIC, per la finitura e la commercializzazione di occhiali, operante verso i mercati esteri, specialmente gli Stati Uniti, dove Zandanel risiede. Ditta che risulta chiusa nel 2010.
Partita da Valle in Via Calvi ma subito trasferita a Vallesella fu l'occhialeria "Atelier Cadore" di Gianluigi Gerardis e Alberto De Polo. Ditta nata nel 1984 e cessata nel 2019. Fabbricava occhiali di moda in acetato con una decina di operai ed un proprio mercato in Italia e all'estero.
In Via Calvi 4 ebbe sede la Ditta PANAM, Smaltatura e Sabbiatura Occhiali.
All'inizio di Via Romana c'è il fabbricato sede di una fabbrica di lenti oftalmiche per occhiali, la LOLI, fondata dal Cav. Francesco Ciliotta, già citato sopra alla voce ILPO, nel 1954. La produzione di lenti, che impiegava una decina di operai, cessò nel 1976 e lo stabile divenne negli anni '80 sede della AXON di Fabrizio Toscani, Paolo Soravia e Fabrizio De Lotto. Doveva essere lanciato un prodotto innovativo, un occhiale a iniezione con un nuovo tipo di materiale plastico dalle caratteristiche eccezionali, ma sopravvennero difficoltà tecniche e la ditta fu ceduta indirettamente alla Metalflex, che successivamente la rivendette ad altri, i quali finalmente la chiusero. Subentrò quindi una nuova Ditta denominata RITE di proprietà di Marino Lena con altri soci, poi chiusa. L'ultimo inquilino fu la Ditta VILLA VENETA con maggior numero di addetti, ditta fondata da Gianni Cian, trasferitasi nel 1999 nel fabbricato ex ILPO (vedi sopra)
In Via Romana 10 alla fine degli anni '80 i fratelli Maurizio eGiancarlo Marinello avviarono un'attività artigianale di fabbricazione occhiali, che ebbe vita breve. Ambedue provenivano dall'Argentina, essendo però il padre originario di Valle.
In Via Tiziano aprirono all'inizio degli anni '90 un'attività di saldatura occhiali i fratelli Livio e Luca Ciliotta (Ciliotta Occhiali) i quali si unirono successivamente in società con Emilio Da Val per formare la Ditta DA VAL & CILIOTTA, trasferitasi quindi a Perarolo, dove opera nella produzione di minuterie per occhiali, ditta rinomata per i macchinari automatici e di precisione di cui dispone.
Ancora in Via Tiziano fu attiva dal 1959 al 1998 l'officina meccanica di Giuseppe Da Val (Valle, 1924-2009), specializzata nella costruzione di stampi e attrezzature per occhiali. A fianco dell'officina di Da Val è stata presente fino a poco tempo fa la Ditta DI.VI.EMME del genero Francesco Meneghini, che eseguiva varie lavorazioni per occhiali.
In via Tiziano 20 ebbe sede la Ditta POLAR snc di DA GIAU e DAVANZO, settore lenti polarizzate.
Passando a Venas, in località Giau nell'immediato dopoguerra Enrico Giavi (Venas, 1894-1967) aprì una fabbrica di montature per occhiali di celluloide nella propria grande casa, impiegando fino a una sessantina di operai. Cessò l'attività alla fine degli anni '50. La fabbrica era considerata una filiale della Safilo, lavorando in pratica solo per la stessa, e per la relazione di parentela tra Enrico ed il nipote di quest'ultimo Raimondo Giavi, all'epoca socio del Comm. Guglielmo Tabacchi nella Safilo. Il fabbricato tornò alla sua originale destinazione residenziale, trasformato in condominio.
Alla fine degli anni '60 in piazza Marconi Emilio Barabaschi (Milano, 1924-Venas, 2007) in società con Raimondo Soravia (vedi IDOS) aprì una fabbrica di occhiali di plastica a iniezione denominata MECSOL. Rimase in vita pochi anni e poi chiuse.
In Via Roma, nello stabile denominato "la Rotonda", agli inizi degli anni '80 si installò una attività di fabbricazione di aste flessibili e componenti per occhiali, ad opera di due ex dipendenti Metalflex, Livio Pivirotto e Giuseppe Bernasconi. La ditta, chiamata A.F.C., ebbe uno straordinario sviluppo, e si trasferì presto a Calalzo, in un nuovo stabilimento nella zona industriale.
Sempre in Via Roma sorse la METALFLEX. Sarà ricordata soprattutto per aver dato vita alla Luxottica di Agordo, che oggi è diventata la più grande fabbrica mondiale di occhiali. La Metalflex fu fondata nel 1948 con il nome di Siclov (Società Industria Cadorina Lavorazione Occhiali Venas) da Elio Toscani (Venas, 1920-1997) assieme al fratello Vittorio (Venas, 1927-1966) e a Francesco Da Cortà (Pozzale, 1922-1981), il quale deteneva il 50% della proprietà. Fu nel 1961 che Vittorio Toscani (il fratello Elio ne era socio con patto parasociale per 1/6) con lo stesso Da Cortà (soci accomandanti) e con il milanese Leonardo Del Vecchio (socio accomandatario) (la proprietà era divisa in ragione di 1/3 per ciascun socio, cioè 1/3 V. Toscani, 1/3 F. Da Cortà, 1/3 L. Del Vecchio) fondarono la Luxottica s.a.s. ad Agordo, ceduta totalmente a Del Vecchio nel 1969, tre anni dopo l'improvvisa morte di Vittorio. A metà degli anni '70 la Metalflex fu antesignana della moda griffata negli occhiali, stipulando un accordo di licenza, durato molti anni, con lo stilista Elio Fiorucci (Milano, 1935-2015). Gli occhiali Fiorucci-Metalflex ebbero un enorme successo in Italia e nel mondo. Gli addetti furono sempre in numero medio di 150. Chiuse l'attività nel 1996 circa.
Ancora in Via Roma negli anni '80-'90 segnalo la Ditta di Anna Francesca Toscani, specializzata in lavorazioni particolari su occhiali (applicazione strass, coloriture), poi trasferitasi altrove.
In via Lasta nel 1947 iniziò la propria attività la I.D.O.S. (Industria Dolomitica Occhiali Soravia). Raimondo Soravia (Venas, 1920-1978) ne prese presto la direzione e la proprietà, ma la fabbrica era stata in realtà fondata dal fratello Enzo (Venas, 1923-2016) e dal cugino Osvaldo Soravia (Venas, 1910-Rosenheim, 1960). La fabbrica ebbe un notevole sviluppo con una media di 50 dipendenti ed era rinomata nella produzione di montature per occhiali in celluloide prima e acetato poi. Poco prima della morte di Raimondo, venne inaugurato un nuovo stabilimento che si trovava poco lontano, sotto la ex Ferrovia delle Dolomiti. La vecchia fabbrica venne convertita in abitazione, dopo un breve periodo in cui vi si insediò una Ditta di coloritura occhiali ad opera di Giuseppe (Beppino) Toscani. La nuova IDOS, dopo la morte di Raimondo, subì vari passaggi: fu prima rilevata dal Cav. Augusto Agnoli (Augsburg, 1913-Cortina, 1997) assieme a Antonio Dal Pont e Giuseppe Da Giau titolari dell'omonima impresa edile a Cortina e proseguì la fabbricazione tradizionale di montature. Fu quindi acquistata dal Cav. Ivano Beggio (1944-2018) dell'APRILIAda cui prese anche il nome (APRILIA EYEWEAR); fu fatto un notevole sforzo per rilanciarla, tuttavia senza troppo successo. Fu infine ceduta alla Ditta ITALIANA OCCHIALI per essere poi definitivamente chiusa. Lo stabilimento, di proprietà di Beggio, risulta recentemente essere stato venduto a due ditte artigiane locali.
Ancora in Via Lasta a fianco del vecchio Cinema O.N.D. (Opera Nazionale Dopolavoro) verso il 1948 sorse la Ditta ZENITH, che produceva montature di celluloide, fondata dai fratelli Toscani dei Colli, assieme ad Alfredo Soravia (Venas, 1910-Trieste, 2002) e a Guido Zanetti (Valle, 1898-1975), e diretta da Giacomo Toscani (Venas, 1898-1984). Chiuse dopo pochi anni.
Infine in Via Lasta Dante Dall'Asta (1931-2019) tenne dal 1970 al 1990 un laboratorio di montaggio lenti.
APPENDICE
Non per essere stato coinvolto direttamente in attività di occhialeria nel Comune di Valle, ma per la sua importante posizione raggiunta nel ramo, desidero ricordare il Cav. Emilio Ciliotta (Valle, 1907-1980) che fu per molti anni il rappresentante ufficiale per l'Italia della Ditta Rodenstock di Monaco di Baviera (Germania). Egli era infatti notissimo nel settore perché titolare sotto il proprio nome degli uffici e del deposito di Milano della stessa Rodenstock. Va ricordato che prima degli anni '60 Rodenstock fu il più importante marchio estero presente in Italia per montature e lenti.
Venas di Valle di Cadore, giugno 2010 (Post aggiornato più volte - Ultimo aggiornamento: giugno 2024)
G. Carlo Soravia
POSCRITTO
Il 18 luglio 2010 il Cadore ha accolto ufficialmente il Cardinale Camillo Ruini; nel ribadire il suo affetto per questa terra, da cui proveniva la nonna materna Maria Elisabetta Olivo "Saverio" nata a Suppiane di Venas nel 1876, egli ha auspicato che "nella grande estensione del suo territorio, il Cadore sia una comunità unita, non chiusa in se stessa ma aperta" ed ha aggiunto: "Certo, la vita qui è impegnativa (lo era specialmente nel passato), ma qui l'uomo ha creato qualcosa di grande, attraverso una lunga storia che non deve in alcun modo andare perduta. Io non sono fra coloro che rimpiangono il passato, che pensano che il passato sia migliore del presente. Però penso che nel passato abbiamo le nostre radici e che queste radici devono essere forti perché l'albero oggi possa portare frutto". [Citazioni da "Il Corriere delle Alpi"] Il Cardinale ha invitato quindi i cadorini a guardare avanti con fiducia.
- I dati anagrafici dei personaggi principali sono riportati solo per le persone scomparse (luogo e anno di nascita e di morte), ove conosciuti. Nessun dato anagrafico viene riportato per le persone viventi. Non vengono generalmente riportati i titoli accademici, ma solo quelli onorifici, se conosciuti, salvo il caso di personaggi la cui trattazione è antecedente ai titoli.
NOTE
[1] La voce ILPO è stata redatta con le informazioni ricevute dai Signori Franco Ciliotta (†) e Nino Corica di Valle.
Un
recente libro (gennaio 2019) di 504 pagine edito da “il Mulino” a
firma di Agostino Amantia dal titolo “L’INDUSTRIALIZZAZIONE DEL
COMPRENSORIO DEL VAJONT” - Intervento speciale, ricostruzione
economica e sviluppo dopo la catastrofe - al Capitolo secondo “Alla
ricerca dello sviluppo locale. Istituzioni, enti locali e politica
per l’industria prima del Vajont” riporta a pag.177-178 chi
fu a sottoscrivere l’accordo con gli esponenti della Vallata
Agordina del BIM per l'insediamento della prima occhialeria
dell'agordino: ebbene, questa persona fu Francesco Da Cortà, che lo
fece il 27 marzo 1961, PRIMA della costituzione della società
Luxottica (27 aprile 1961).
Questo
inaspettato documento spero contribuirà a chiarire molte cose sulle
origini della Luxottica:
..........
Accanto
alla Filatura Bellunese, un'iniziativa meritevole d'attenzione, per
quanto modesto fosse l'impegno finanziario richiesto, era anche
quella della ditta Da Cortà [leggi Metalflex N.d.R.]. Si trattava di
una società in accomandita semplice avente per scopo «l'industria e
il commercio di occhialeria, stamperia ed attività affini»,
costituita il 27 aprile 1961 ad Agordo con atto del notaio Adolfo
Soccal e denominata Luxottica di Del Vecchio e C. Ne facevano parte
Francesco Da Cortà, Vittorio Toscani e Leonardo Del Vecchio: i primi
due quali soci accomandanti, il terzo quale socio accomandatario. Il
capitale sociale di 1,5 milioni di lire era stato sottoscritto in
parti uguali dai tre soci.
In
vista della costituzione della società [Luxottica N.d.R.], il 27
marzo Da Cortà aveva sottoscritto un accordo con gli esponenti della
Vallata Agordina del Bim con cui s'impegnava a usufruire dell'area
che il consorzio gli cedeva a titolo di donazione esclusivamente per
l'impianto di un'occhialeria. L'investimento previsto era di 40
milioni di lire con un'occupazione iniziale di circa 20 operai da
portare a 40 entro il 1966. Da parte sua, il consorzio s'impegnava a
dotare l'area dei servizi di allacciamento idrico, elettrico,
telefonico e fognario, restando inteso che l'area ceduta sarebbe
rimasta vincolata ad uso industriale per un periodo di 15 anni.
In
base a questo accordo, il 15 marzo la società [Da Cortà=Metalflex
N.d.R.] inoltrò al consorzio la richiesta di contributo, che ottenne
nella misura del 3% annuo costante sul capitale ammesso di 30 milioni
di lire, con un onere decennale per il consorzio di 9 milioni di
lire.
Il
13 febbraio 1962 la società [Luxottica N.d.R.] comunicava al Bim di
avere completato lo stabilimento e iniziato l'attività il 1°
ottobre 1961, avvalendosi di un mutuo di 15 milioni di lire contratto
con l'Imi tramite la Banca d'Italia e
di 25 milioni di autofinanziamento [Grassetto d.R.]. Le verifiche effettuate
dal personale del consorzio accertarono che gli operai occupati erano
39 nel luglio del 1965, saliti a 52 nel dicembre dell'anno
successivo. Sull'andamento dell'impresa l'incaricato delle verifiche
riferiva:
Come
già riscontrato in precedenti sopralluoghi l'attività procede a
pieno ritmo con molte ordinazioni e numeroso personale al lavoro.
Quanto prima la ditta procederà alla costruzione di un nuovo
capannone e all'acquisto di nuovo macchinario, che consentirà una
più razionale sistemazione dei vari reparti e del personale
dipendente. Per queste nuove opere la ditta ha presentato domanda di
contributo al Consorzio e le è stato concesso un contributo
suppletivo del 3% annuo scalare e per 10 anni su L. 20.000.000
(assemblea Vallata Agordina del 3.9.1966).
Tai
di Pieve di Cadore, Tip. Comun. Cadorina == 1875.
STATUTO
Pel
Consorzio Cadorino risguardante l'Amministrazione del Patrimonio di
proprietà
indivisa
dei 21 Comuni componenti i Distretti di Pieve di Cadore e di Auronzo
(non compreso quello di Sappada) e dell'altro di Ampezzo del Tirolo
per ciò che riflette la sostanza lasciata dal fu Candido
Coletti Candidopoli.
ARTICOLO
I°.
Il
Consorzio Cadorino viene rappresentato da un Consiglio composto di 22
Consiglieri scelti uno per ogni Comune interessato, ed ha per iscopo
di deliberare e di disporre per il regolare e proficuo andamento
dell'Amministrazione del patrimonio indiviso delle Comuni
cointeressate.
ART.
II.
La
nomina dei Consiglieri è di esclusiva competenza dei Consigli
Comunali.
ART.
III.
Potrà
essere
eletto a Consigliere del Consorzio chiunque sia fornito dei requisiti
voluti dalla nuova Legge 20 Marzo 1865 e R. Decreto 2 Dicembre 1866
N. 3352, per la eleggibilità
di
Consiglieri Comunali, per cui ogni elettore del rispettivo Comune può
essere Consigliere della Comunità,
e ciò in riguardo ai Comuni dei due distretti di Pieve e di Auronzo
fermo in riguardo al Comune di Ampezzo le proprie disposizioni di
Legge.
ART.
IV.
La
durata in carica di Consiglieri sarà
di
anni 5, dei quali escirà
un
quinto ogni anno per sorteggio, e nell'ultimo il rimanente per
anzianità;
ed in seguito la cessazione nel premesso rapporto ha luogo per
anzianità.
I Consiglieri cessanti possono essere rieletti.
ART.
V.
Sono
comuni a questa rappresentanza ed applicabili per essa le
disposizioni contemplate dalle Leggi vigenti.
ART.
VI.
Il
Consiglio Consorziale si raccoglierà
in
sessione ordinaria in Pieve di Cadore due volte all'anno, cioè nei
mesi di Maggio ed Ottobre.
ART.
VII.
Quando il bisogno ed urgenza lo richiedesse, il Prefetto
sull'istanza della Giunta della Comunità.
Cadorina, o di quella di una terza parte dei Consiglieri Consorziali,
ed anche d'Ufficio, può ordinare la convocazione straordinaria del
Consiglio Consorziale, per deliberare sovra oggetti particolari, che
dovranno essere indicati. Ogni altra adunanza del Consiglio è
illegale.
ART.
VIII.
La
convocazione dei Consiglieri deve essere fatta a domicilio per avviso
scritto.
ART.
IX.
L'avviso
per le sessioni ordinarie deve farsi 15 giorni innanzi a quello
indetto per esse. Per le altre deve farsi in modo che i Consiglieri
dimoranti nel Territorio Consorziale lo possano ricevere in tempo
utile. In questo caso deve specificare gli oggetti dell'adunanza.
ART.
X.
Il
Consiglio del Consorzio per essere legale dovrà
essere
composto d'una metà
dei
suoi membri almeno, e nel caso non intervenisse un tal numero al
primo invito, nella convocazione che dovesse aver luogo un altro
giorno le deliberazioni saranno valide, qualunque sia il numero degli
intervenuti,
giusta il prescritto dall'Art. 89 della vigente Legge Comunale e
Provinciale.
ART.
XI.
Il
Presidente e Vice Presidente del Consiglio Consorziale verranno
eletti nella prima adunanza primaverile di ogni anno a maggioranza
assoluta di voti, e potranno essere rieletti; e nella prima seduta il
Consiglio è presieduto dal più anziano di età.
ART.
XII.
Il
Consiglio Consorziale delibera a maggioranza assoluta di voti, ed il
rappresentante di Ampezzo avrà
voto
solamente negli affari risguardanti la Eredità
Candidopoli.
ART.
XIII.
Tutte
le deliberazioni saranno sempre pubblicate all'Albo Pretorio nelprimo
giorno festivo o di mercato successivo alla loro data. -- Ciascun
contribuente nei Comuni interessati nel Consorzio potrà
avere
copia delle deliberazioni mediante pagamento dei relativi diritti
fissati dalla Tabella N.
3 annessa al Regolamento 8 Giugno 1865 N. 3938 per l'esecuzione della
Legge Comunale e Provinciale.
ART.
XIV.
I
Processi Verbali delle deliberazioni del Consiglio della Giunta
Consorziale, escluse quelle relative alla mera esecuzione di
provvedimenti prima deliberati, nonché
i
ruoli delle entrate Consorziali saranno a cura del Presidente della
Giunta trasmessi al Commissario Distrettuale di Pieve di
Cadore negli otto giorni dalla loro data. Si farà
constare
della trasmissione mediante ricevuta che, da esso, sarà
immediatamente
inviata all'Amministrazione Consorziale.
ART.
XV.
Quando
si tratti di oggetto pel quale la legge non abbia espressamente
dichiarata la necessità
dell'approvazione,
il Commissario esamina se la deliberazione è regolare nella forma, e
se non è contraria alle Leggi.
ART.
XVI.
Se
il Commissario Distrettuale riconoscerà
nella
deliberazione uno dei vizj indicati nell'Articolo precedente, potrà
sospendere
l'esecuzione con decreto motivato, il quale dovrà
essere
immediatamente notificato all'Amministrazione Consorziale ed anche al
Prefetto.
ART.
XVII.
Se
invece il Commissario Distrettuale non crederà
che
la deliberazione contenga alcuno dei detti vizj, rimanderà
la
medesima al Consorzio munita
di semplice Visto.
ART.
XVIII.
Scorsi
quindici giorni dalla data della ricevuta lasciata dal Commissario
Distrettuale a termini dell'Art. 14 dello Statuto, e 130 della Legge
Comunale senza che siasi sospesa l'esecuzione della deliberazione, né
siasi apposto il Visto stesso, la deliberazione sarà
esecutoria.
Questo termine sarà
di
un mese pei Bilanci, e di due mesi per Conti Consuntivi.
ART.
XIX.
Saranno
però immediatamente esecutorie le deliberazioni d'urgenza nel caso
in cui siavi evidente pericolo nell'indugio, dichiarato a maggioranza
di due terzi dei votanti.
ART.
XX.
Il
Prefetto, sentito il Consiglio di Prefettura, dichiara: se vi è
luogo di procedere all'annullamento delle deliberazioni, delle quali
siasi sospesa l'esecuzione, ed ove occorra, di quelle d'urgenza. Se
questa dichiarazione non è fatta nei 30 giorni successivi alla data
della ricevuta di cui l'Art. 130 della Legge Comunale, l'annullamento
non potrà
essere
pronunciato.
ART.
XXI.
Saranno
sottoposti all'approvazione della Deputazione Provinciale le
deliberazioni del Consiglio Consorziale che risguardano: I.
Contrattazione di Prestiti. -- II. Acquisto di azioni industriali;
gli impieghi di danaro quando non volgano alla compra di stabili o
mutui con Ipoteche, ovvero la Cassa dei depositi, e Prestiti, od
all'acquisto di fondi Pubblici dello stato, o di Buoni-Tesoro. –
III.
La vendita anche solo parziale di parte del patrimonio. -- IV.
L'intraprendimento di atti estranei alle spese necessarie di
amministrazione che involgessero l'erogazione di una parte del
reddito patrimoniale. -- V. L'intraprendimento di spese che
quantunque necessarie per la conservazione del patrimonio,
vincolassero il Bilancio oltre il quinquennio o esigessero contributo
dei Comuni comproprietari. -- VI. Le locazioni e conduzioni oltre
dodici anni. -- VII. L'intentare in giudizio un'azione relativa ai
diritti sopra i beni stabili, o l'aderire ad una domanda relativa
agli stessi diritti.
-- VIII. Ed in generale tutti gli atti e le deliberazioni del
Consiglio Consorziale, che la Legge Comunale e Provinciale riserva
alla competenza della Deputazione Provinciale, trattandosi dei Comuni
e dei Consigli Comunali.
ART.
XXII.
l
Consiglio elegge nel suo seno a maggioranza assoluta la sua
rappresentanza composta di cinque membri col nome di Giunta della
Comunità
Cadorina,
la quale nominerà
il
proprio Presidente e Vice Presidente dal suo grembo. Il Presidente
durerà
in
carica tre anni, gli altri membri verranno
nominati ogni anno per metà,
i quali tutti potranno essere rieleggibili; questa Giunta avrà
le
medesime facoltà
attribuite
dalla Legge Comunale e Provinciale alle Giunte Municipali.
ART.
XXIII.
Nel
primo quinquennio tre membri della Giunta compreso il Presidente
saranno eletti fra i Consiglieri del Consorzio rappresentanti i
Comuni del Distretto di Pieve e due fra quelli che rappresentano i
Comuni del Distretto di Auronzo; nel quinquennio successivo tre
membri, compreso il Presidente, saranno scelti fra questi ultimi e
due tra i primi, e così di seguito
alternativamente ogni quinquennio.
ART.
XXIV.
Le
sedute dei Consigli Consorziali, e l'Ufficio della Giunta Cadorinaavranno
sede nel Palazzo Comunitativo in Pieve. –
La
corrispondenza ufficiosa seguirà
dal
Presidente o Vice Presidente e contro firmata dal Segretario. La
Giunta Comunitativa darà
esecuzione
alle delibere del Consiglio, avrà
l'Amministrazione
ordinaria del patrimonio Consorziale e l'iniziativa in
tutti gli affari da assoggettarsi al Consiglio.
ART.
XXV.
Le
deliberazioni della Giunta sono prese a maggioranza assoluta dei
voti, e non sono valide se non intervengono almeno tre membri.
ART.
XXVI.
Nella
prima seduta ordinaria il Consiglio a maggioranza assoluta di voti
ogni anno nominerà
due
revisori, uno fra i rappresentanti del Distretto di Pieve e l'altro
fra quelli del Distretto di Auronzo, nonché
uno
del Comune di Ampezzo per quanto riguarda l'Amministrazione
Candidopoli, i quali dovranno esaminare i Bilanci Presuntivi
dell'anno successivo ed il Consuntivo dell'anno in corso, e dare la
coscienziosa loro relazione.
ART.
XXVII.
Il
Bilancio Presuntivo verrà
assoggettato
all'approvazione del Consiglio nella Sessione ordinaria autunnale ed
il Consuntivo nella Primaverile.
ART.
XXVIII.
La
Giunta sarà
assistita
da un segretario, che verrà
nominato
dal Consiglio Consorziale a maggioranza assoluta di voti, salvo al
Consiglio stesso di autorizzare la Giunta a nominarlo.
Questo
Segretario avrà
l'onorario
di annue L. ed avrà
le
mansioni e le facoltà
dalla
Legge accordate ai Segretari Comunali.
ART.
XXIX.
Il Cassiere del Consorzio sarà
nominato
dal Consiglio Consorziale, ed avrà
l'obbligo
di esigere le rendite patrimoniali, di eseguire i pagamenti n seguito
a mandato ed ordine della Giunta Cadorina, e quello pure di tener
registro delle entrate ed uscite.
ART.
XXX.
Qualunque
sia il Cassiere deve esso prestare una benevisa fideiussione
fondiaria per un importo che viene determinato dalla Giunta
Cadorina.
Gli
obblighi del Cassiere saranno quelli determinati dal Contratto
Esattoriale in corso colle modificazioni ed aggiunte che trovasse di
fare la
Giunta medesima.
ART.
XXXI.
Il
Cassiere non può fare pagamenti di sorta veruna con fondi del
Consorzio, se non dietro mandato firmato dal Presidente della Giunta,
di un membro della stessa e controfirmato dal Segretario.
ART.
XXXII.
I
Conti delle entrate e delle spese che l'Esattore deve rendere ogni
anno riveduti dal Consiglio Consorziale saranno approvati dal
Consiglio di Prefettura, salvo ricorso alla Corte dei Conti.
ART.
XXXIII.
Chiunque
dall'Esattore infuori si ingerirà
senza
legale autorizzazione nel maneggio dei denari del Consorzio rimarrà
per
questo solo fatto responsabile nei sensi degli Art. 126 e 127 della
vigente Legge Comunale.
ART.
XXXIV.
Le
alienazioni, gli appalti e opere il cui valore complessivo e
giustificato oltrepassa le L. 500: -- si faranno all'Asta Pubblica
colle forme stabilite per l'appalto delle opere dello Stato.
Il
Prefetto però potrà
permettere
in via eccezionale che i contratti seguano a licitazione o trattativa
privata.
ART.
XXXV.
Il
vecchio patrimonio della Comunità
deve
restare unito, e le rendite saranno impiegate in opere di
pubblica e generale utilità
e
necessità
dell'ente
morale proprietario, ed in proporzione del rispettivo diritto, salvo
ogni opportuno provvedimento per rispetto allo Stabilimento
Candidopoli.
ART.
XXXVI.
Il
Consiglio curerà
che
la sostanza lasciata da Candido Coletti Candidopoli per l'istituzione
di un Collegio nel Comune di Pieve di Cadore sia amministrata per
modo che le rendite nette del patrimonio sieno tutte impiegate a
vantaggio dell'istruzione della gioventù, secondo la volontà el
testatore.
AVVERTENZA
-- Questo articolo fu ritenuto necessario per ricordare al Consorzio
l'obbligo che hanno i Comuni di non distrarre l'eredità
Candidopoli
ad altri scopi che non sieno quelli di Pubblica Istruzione.
ART.
XXXVII.
Quanto
alle utilizzazioni dei boschi, ed in generale al Patrimonio del
Consorzio ed alla fluitazione dei legnami sul fiume Piave saranno
eseguite tutte le leggi e disposizioni vigenti, nonché
quelle
che saranno promulgate tanto amministrative che forestali ed in
materia idraulica.
AVVERTENZA -- Questo Articolo ricorda al Consorzio che esso,
costituito in corpo morale, ha obblighi maggiori alla perfetta
esecuzione delle Leggi, e si trova per tal modo vincolato molto più
che un semplice Amministratore, e che fu pure consigliato
nell'interesse dei Comuni, il quale n
siffatto modo viene meglio garantito.
Pieve
di Cadore, li 24 Ottobre 1874.
La
Giunta Provvisoria
GIOVANNI
DE PODESTÀ
--
Presidente.
TOMMASO
COLETTI – Membro.
N.
10688
Il
presente Statuto fu approvato con Decreto Reale 20 Ottobre 1875, con
cui il Consorzio Cadorino veniva eretto in Corpo Morale.